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Alzheimer, timori e difficoltà dell’essere caregiver

Una ricerca di Reale Mutua analizza il mondo di chi assiste persone affette da questa malattia

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Ben 600mila persone in Italia risultano affette dal morbo di Alzheimer, malattia neurodegenerativa che provoca un progressivo declino della memoria e delle capacità cognitive. E che richiede, di conseguenza, una costante assistenza. A farsene carico sono soprattutto i caregiver, parenti e congiunti che, in assenza di altre soluzioni, si occupano autonomamente delle esigenze del malato: proprio a loro è dedicato l’ultimo osservatorio sul welfare di Reale Mutua.
Pubblicata proprio in occasione del mese dell’Alzheimer, l’indagine mira ad accendere un faro sull’altra metà di questa patologia, andando ad analizzare paure e difficoltà del confrontarsi ogni giorno, seppur indirettamente, col morbo di Alzheimer. Un italiano su tre ha ammesso di aver avvertito un forte impatto sul piano psicologico ed emotivo, dettato principalmente dal cambiamento della persona e del modello di relazione (31%), dal timore che il paziente possa far male a se stesso o agli altri (20%) e dalla sua regressione psichica (18%).
Anche la sfera economica sembra risentirne, come confermato dalle preoccupazioni del 23% degli intervistati: d’altronde, il costo medio annuo per paziente di attesta a 70mila euro, comprensivo delle spese a carico del sistema sanitario nazionale e dalle perdite dettate dalla mancanza di redditi percepiti dal paziente.
Fra le realtà percepite più attive nell’ambito dell’assistenza, gli italiani citano le strutture e le cliniche private (27%), le associazioni nazionali o territoriali (24%), il sistema sanitario nazionale (20%) e le prestazioni messe a disposizione dagli enti territoriali (12%). Fra i possibili sostegni, gli italiani opterebbero invece per servizi di assistenza domiciliare (52%), magari integrati da attività presso centri diurni (44%) o comunque da attività dedicate durante il giorno (24%), e per una maggiore flessibilità oraria (28%).

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