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Agcs, in crescita il rischio di tensioni sociali

Un recente report della compagnia invita le aziende a prepararsi a un aumento dei disordini civili

Agcs, in crescita il rischio di tensioni sociali
Le aziende devono essere preparate a fronteggiare una crescita delle tensioni sociali. Il monito arriva da un recente report di Allianz Global Corporate & Specialty (Agcs), secondo cui l'inflazione e le interruzioni alla supply chain potranno alimentare l'esplosione di disordini civili in tutto il mondo. 

“I disordini civili rappresentano, a confronto col terrorismo, un rischio sempre maggiore per molte aziende”, ha commentato Srdjan Todorovic, head of crisis management per Regno Unito e Paesi nordici di Agcs che a luglio assumerà l'incarico di head of global political violence & hostile environment solutions della compagnia. “È improbabile – ha proseguito – che i disordini sociali si attenuino presto, viste le ripercussioni del Covid-19, la crisi del costo della vita e i cambiamenti ideologici che continuano a dividere le società di tutto il mondo: le aziende devono prestare attenzione a qualsiasi indicatore sospetto e definire percorsi chiari per la risposta e l'allentamento della tensione, in modo da anticipare e scongiurare il rischio di danni ai dipendenti e/o alle proprietà aziendali e personali”.

Secondo un'analisi della società di consulenza Verisk Maplecroft, ben 75 Paesi potranno sperimentare un aumento delle proteste entro la fine dell'anno, fra cui anche Stati Uniti, Argentina, Brasile e Spagna. I disordini potrebbero coinvolgere edifici governativi, infrastrutture di trasporto, supply chain, negozi al dettaglio, imprese di proprietà straniera, stazioni di servizio, centri di distribuzione di beni essenziali e attività turistiche o ricettive

Un ruolo fondamentale lo ricopriranno poi, secondo la ricerca di Agcs, i social media. L'indebolimento della fiducia nelle fonti tradizionali di informazione e leadership si potrà infatti tradurre in un maggior affidamento sulle piattaforme digitali nella ricerca di informazioni alternative (magari non verificate) e nel coordinamento delle proteste.

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