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Arriva il golden power sulle compagnie

Il Governo ha esteso lo scudo anti-scalata a settori strategici per l'economia nazionale

Arriva il golden power sulle compagnie
Arriva lo scudo anti-scalata per le compagnie assicurative. Lunedì 6 aprile, con l'adozione del provvedimento ribattezzato decreto liquidità, il Governo ha esteso l'ambito di intervento del golden power a settori strategici per l'economia nazionale: fra questi c'è anche il comparto delle assicurazioni. “Abbiamo dotato il Paese di uno strumento molto efficace per tutelare tutte le imprese che svolgono una qualche attività di minimo rilievo strategico per il nostro Paese, abbiamo potenziato lo strumento che tecnicamente si chiama golden power: potremo controllare operazioni societarie, scalate eventualmente ostili, non solo nei settori tradizionali delle infrastrutture critiche e della difesa, ma anche in quello finanziario, creditizio, assicurativo, energia, acqua, trasporti, salute, sicurezza alimentare, intelligenza artificiale, robotica, semiconduttori, cybersicurezza”, ha affermato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, durante la conferenza stampa che si è tenuta subito dopo il vertice dell'esecutivo. “Tutti questi settori – ha aggiunto – saranno presidiati”.
Nel dettaglio, come spiega una nota stampa, il decreto amplia in via transitoria, fino al 31 dicembre 2020, gli ambiti di applicazione della disciplina “a operazioni intra-europee che richiederanno la preventiva autorizzazione del Governo, nel caso di acquisizioni di asset rientranti nei settori sopra descritti”. La disciplina vale anche in caso di operazioni extra-europee, arrivando a riguardare tutte le acquisizioni superiori al 10% che vadano oltre una soglia fissata a un milione di euro.
La disposizione rientra nelle misure straordinarie adottate dal Governo per fronteggiare l'emergenza coronavirus. L'estensione del golden power, nello specifico, mira a impedire che investitori stranieri possano approfittare della volatilità finanziaria generata dalla pandemia di Covid-19 per tentare la scalata a imprese che operano in settori strategici per l'economia italiana. Dallo scorso 21 febbraio, giorno in cui uscì la notizia del paziente uno di Codogno, l'indice Ftse Mib ha perso circa il 30% e lo spread fra Bund e Btp è passato da 134 a 190 punti base, arrivando a toccare nel mezzo picchi di 275 punti base. 
Di golden power, e più in generale di misure volte a proteggere gli asset strategici italiani, si parla da tempo. Già a gennaio, quindi prima ancora che esplodesse l'emergenza coronavirus, la questione era arrivata sul tavolo del Copasir: all'epoca, il dibattito era dominato principalmente dal timore che investitori stranieri potessero fare incursioni nel capitale di campioni nazionali del mondo bancario e assicurativo che tengono in portafoglio grandi quantità di titoli di Stato italiani. La pandemia di coronavirus e la volatilità finanziaria che ne è scaturita avrebbero solamente accelerato la discussione. La decisione del Governo era quindi attesa. Ed era stata anticipata lo scorso sabato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. “È necessario porre sotto la tutela dello Stato tutte le attività fondamentali per lo sviluppo del nostro Paese, allargando l'orizzonte a livello europeo”, aveva detto Fraccaro. “La nostra priorità – aveva aggiunto – è salvaguardare l'interesse nazionale da ogni interesse speculativo”.

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