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Agenti: la libertà è partecipazione

Agenti: la libertà è partecipazione hp_vert_img
Spesso ai congressi, nei corridoi, durante le riunioni o nelle presentazioni individuali, si ricorre a citazioni, metafore e immagini per meglio rappresentare un concetto, una condizione o un'idea per il futuro. Ne è un esempio concreto il recente congresso del gruppo agenti Generali.
In questa occasione, infatti, c'è chi ha affermato che gli agenti non devono essere un gregge" che segue senza spirito critico e senza consapevolezza il pastore, ma, soprattutto in questo momento di difficoltà e di cambiamento, devono diventare "puledri" capaci di correre, seguire gli eventi, raggiungere traguardi. E ancora, c'è chi ha affermato che "con la concordia le piccole cose diventano grandi cose; con la discordia le grandi cose vanno in rovina".
Resta allora da chiedersi, forse un po' provocatoriamente: ma se in un'associazione, un sindacato o un gruppo agenti si è concordi su tutto, si diventa allora pecore? Ma sappiamo che ciò non succede quasi mai.
Proprio per questo esistono i consigli direttivi e le rappresentanze a cui viene affidata, confermata o tolta la fiducia. Alle rappresentanze di categoria spetta allora il compito di seguire i programmi e mantenere le promesse. A tutti gli agenti, però, spetta anche l'obbligo di partecipare, essere presenti direttamente, fare sentire la propria voce quando serve.
E non limitarsi a lamentarsi solo quando le decisioni vengono prese da altri.

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