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L'Italia e la chimera del rilancio economico

L'editoriale di Maria Rosa Alaggio, dal numero di maggio 2023 di Insurance Review

L'Italia e la chimera del rilancio economico hp_vert_img
Italia sorvegliata speciale secondo le valutazioni di Moody’s e Goldman Sachs. Le due società hanno infatti messo in guardia i loro clienti verso un’economia che, con un rating appena superiore all’investiment grade, rischia un possibile e devastante declassamento.
Le oscillazioni tra outlook stabile e le probabilità di un imminente outlook negativo mettono in luce tutte le pesanti incertezze che impattano sul nostro paese, dove di giorno in giorno aumentano le preoccupazioni per il rischio di fallimento delle aspettative introdotte dal Pnrr, per la revisione del patto di stabilità, le tensioni nella maggioranza di governo e l’urgenza di costruire un’alternativa politica nonostante un’opposizione sempre più frammentata e litigiosa. 
I punti fermi con cui l’economia italiana continua a confrontarsi sono purtroppo rappresentati da un debito pubblico al 140 % del Pil, da previsioni di crescita inferiori all’1%, da un aumento dei costi su tutti i fronti, dall’insufficienza del sistema pensionistico e sanitario. 
Tutto l’entusiasmo speso per raccontare scenari di rilancio del paese, quantificare le risorse in arrivo dal Pnrr che avrebbero rovesciato i trend negativi del passato e generato promesse di ripresa, crescita e sviluppo, sembrano oggi annegare in un mare di incognite. 
Per cercare di contenere l’instabilità e le reazioni negative dei mercati saranno sufficienti i proclami del governo sulla determinazione nel continuare a ridurre il debito? 
Il grande sforzo che attende l’Italia, nelle prossime settimane, è recuperare credibilità e tenere la barra dritta su promesse, progetti e obiettivi che solo alcuni mesi fa ci hanno resi primi beneficiari di oltre 200 miliardi di euro da spendere in quattro anni, che significano circa il 3% di prodotto interno lordo in più all’anno. 
Il Pnrr resta un’occasione unica da non lasciarsi sfuggire che esorta la politica, le amministrazioni locali e le imprese a ricercare soluzioni sostanziali senza limitarsi a provvedimenti isolati attraverso cui ritenere di aver superato un problema. 
In questa complessità si inserisce un altro grande nodo che condiziona le riforme da realizzare grazie al Pnrr: il reperimento della forza lavoro. Pensiamo al rinnovamento del sistema sanitario nazionale, dove però mancano medici e infermieri, al settore delle costruzioni che da marzo 2022 ha visto crescere la richiesta di lavoratori del 30%, e ancora al comparto dell’agricoltura in cui mancano, come denunciato da Confagricoltura, circa 100mila lavoratori. 
Ecco perché anche il tema dell’immigrazione diventa oggi una necessità economica con cui confrontarsi evitando leggi inutili, come sostiene la Banca Mondiale nel suo rapporto “World Development- Migration” evidenziando l’importanza di rendere i migranti come una parte dello sviluppo strategico grazie ad adeguate politiche di coinvolgimento. Un punto di partenza per ampliare le prospettive di intervento e tenere fede, anche tramite una più articolata collaborazione tra pubblico e privato, a programmi di innovazione e rilancio, oltre che agli obblighi verso il nostro territorio, le nuove generazioni e i lavoratori. 

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