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Ania, sui Pir anche investimenti illiquidi

La presidente dell'associazione, Maria Bianca Farina, propone una riforma delle norme sui Piani individuali di risparmio per dare spazio di manovra al settore assicurativo

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Occorrono "opportune modifiche del quadro normativo per agevolare un maggiore impegno degli assicuratori nel finanziare investimenti a sostegno dell'economia reale". È uno dei cavalli di battaglia dell'Ania, ribadito ancora una volta dalla presidente, Maria Bianca Farina, intervenuta alla Giornata dell'investitore istituzionale organizzata da Febaf

Farina è entrata molto nello specifico, soprattutto riguardo ai Pir, le cui norme andrebbero riviste. "È opportuno riflettere – ha detto – su come veicolare investimenti illiquidi sui Pir": per fare questo, si potrebbe "prevedere che le gestioni separate vita possano investire in Pir, anche illiquidi, dando agli assicurati il medesimo vantaggio fiscale previsto per l’investimento diretto nei piani". Se il 5% delle gestioni separate fosse investito in Pir, ha spiegato la numero uno dell'Ania, si convoglierebbero anche flussi di risparmio previdenziale verso imprese non quotate. 

Nelle gestioni separate ci sono riserve tecniche di ramo I e ramo V pari a 500 miliardi: andando oltre la corrispondenza univoca tra cliente e Pir si potrebbero movimentare queste risorse a beneficio del sistema. Quindi, più la percentuale d'illiquidità è alta e più ci si può rivolgere agli investitori istituzionali, come le assicurazioni. 

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