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Aumenta l’auto-assicurazione in sanità

A più di un anno dalla legge Gelli, crescono le strutture pubbliche che optano per forme di auto-ritenzione del rischio

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Nel 2017, il settore dell’Rc sanitaria ha totalizzato una raccolta premi di 582,6 milioni di euro, in leggera flessione (-1,5%) rispetto a quanto fatto registrare nell’anno precedente. Il mercato ha contato 69 imprese, di cui appena 17 attive nel segmento delle strutture sanitarie pubbliche, forse a causa della maggior articolazione delle coperture e della più elevata complessità del rischio. Si fermano invece a 27 le imprese che offrono prodotti a strutture sanitarie private, 34 quelle che tutelano i professionisti.
I numeri arrivano dall’indagine annuale dell’Ivass sul segmento dell’Rc sanitaria. Un appuntamento atteso, soprattutto quest’anno, visto che si tratta della prima rilevazione dall’entrata in vigore della legge Gelli. Particolare attenzione è stata posta sull’obbligo in capo agli esercenti le professioni sanitarie di stipulare a proprie spese una polizza per colpa grave. Stando ai risultati dell’indagine, su un mercato potenziale di 387mila medici e 30mila odontoiatri, nel 2017 sono state collocate 66mila coperture per una raccolta complessiva di 30,8 milioni di euro.
Cresce poi l’opzione, prevista dalla legge Gelli in continuità con la normativa precedente, per forme di auto-assicurazione. Si tratta di una possibilità spesso associata a tradizionali protezioni assicurative, che intervengono in caso di danni superiori a una certa soglia prestabilita. Non mancano tuttavia casi di strutture sanitarie che decidono di optare esclusivamente per misure di auto-ritenzione del rischio. Anzi, il dato risulta addirittura in aumento: nel 2017 si contavano 685 strutture pubbliche assicurate, in calo del 51,8% rispetto al 2010.

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