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Covip, crescono gli italiani con la pensione di scorta

A fine 2017, sono oltre 7,6 milioni gli italiani iscritti a forme di previdenza complementare

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Si chiude in positivo, seppur fra qualche ombra, il 2017 della previdenza complementare in Italia. Secondo la relazione annuale della Covip, sono più di 7,6 milioni gli italiani con la pensione di scorta, in crescita del 6,1% su base annua: considerando le posizioni multiple, le adesioni si attestano a 8,3 milioni.
I contributi versati nel 2017 sono risultati pari a 14,9 miliardi di euro, con una media per singolo iscritto di 2.620 euro nel corso dell’anno. Il patrimonio del settore arriva così a 162,3 miliardi euro (+7,3%), coprendo un ammontare pari al 9,5% del Pil e al 3,7% delle attività finanziarie delle famiglie italiane. Notizie positive anche sul fronte dei rendimenti: tutte le diverse forme di previdenza hanno garantito un risultato superiore alla performance realizzata dalla rivalutazione del Tfr, ferma nel 2017, al netto delle tasse, all’1,7%.
I punti critici, tuttavia, non mancano. A cominciare da una contribuzione che spesso resta soltanto virtuale: non si sono registrati versamenti contributivi su 2,1 milioni di adesioni, in crescita del 14% rispetto al 2016. Resta poi una certa disuguaglianza nei livelli di inclusione. "I giovani rimangono ai margini del sistema di previdenza complementare, anche per effetto delle difficoltà a entrare nel mercato del lavoro con continuità di rapporto e adeguatezza di retribuzione”, ha commentato Mario Padula, presidente della Covip. Il tasso di partecipazione alla previdenza complementare fra gli under 34 si attesta così al 19%, oltre un terzo in meno rispetto alle fasce di età più mature. 
Ombre che spingono gli operatori del settore a chiedere un rafforzamento del secondo pilastro previdenziale. Secondo Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza, va subito modificato “il meccanismo delle adesioni i fondi pensione collettivi prevedendo già nel contratto collettivo la partecipazione del dipendente con contributi anche a suo carico e con l’utilizzo del Tfr, fatta salva la facoltà del singolo di rinunciare”. Sulla stessa linea anche Giampaolo Crenca, presidente del Consiglio nazionale degli attuari, il quale ha voluto rilanciare, a margine della relazione annuale, “l’obiettivo di un grande progetto di welfare integrato e allargato al Paese. Siamo pronti – ha chiosato – a presentare al nuovo Governo le nostre proposte in materia previdenziale”.

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