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Agricoltura, sempre meno polizze

Secondo le rilevazioni di Agrinsieme, dal 2015 a oggi la penetrazione assicurativa nel settore sarebbe calata del 21%. Gli agricoltori lamentano procedure troppo complesse per l'accesso ai contributi europei sul premi

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Il rischio è evidente a tutti, ma solo in pochi lo assicurano. Parliamo dei danni per l’agricoltura provocati da un clima sempre meno prevedibile. Alcuni giorni fa la Coldiretti ha stimato in circa 2 miliardi di euro i danni per il settore agricolo nel nostro Paese provocati soltanto in questa prima porzione d’estate: un’eccezionale onda di caldo che ha avuto un impatto devastante su coltivazioni e allevamenti. Eppure la protezione della polizza assicurativa è una pratica sempre meno in voga presso le aziende agricole, in particolare nel Sud, stando a quanto afferma Agrinsieme, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari. A livello nazionale, il calo della diffusione di polizze rispetto allo scorso anno è di circa il 10%, ma anche il 2016, a sua volta, aveva visto una riduzione dell’11,3% sul 2015, per un totale complessivo di oltre -21%. Un quadro che sarebbe determinato “da grosse incertezze e da risultati deludenti in termini di valori assicurati che testimoniano le forti criticità del sistema delle assicurazioni agevolate”, come ha denunciato la delegazione di Agrinsieme parlando in audizione presso la commissione Agricoltura della Camera, nell’ambito di un’indagine conoscitiva sulle assicurazioni contro le avversità atmosferiche in agricoltura.
Nelle ultime tre campagne il decremento maggiore dei valori assicurati, secondo dati Ismea, ha riguardato le produzioni vegetali, con una perdita di 850 milioni di euro (-26%). Un calo che, per Agrinsieme, è dovuto al fatto che le imprese, e di conseguenza i Centri di assistenza agricola e i consorzi di difesa sono chiamati ad applicare procedure e modalità molto complesse, ancora non tutte definite, per poter ottenere i contributi europei sui premi assicurativi.
A destare maggiori criticità sono le norme applicative della regolamentazione europea, che stabilisce come valori massimi assicurabili le rese produttive medie dell’azienda, con un aiuto solo per le perdite causate da avversità atmosferiche che distruggano oltre il 30% della produzione media annua dell’agricoltore. Bocciato anche il meccanismo di accesso ai contributi sui premi assicurativi pagati, che “si basa su tempi, procedure e modalità che a oggi né Agea né gli organismi pagatori regionali riescono a rispettare in maniera compiuta”. L’ultimo aspetto critico, anche se non immediato, per Agrinsieme riguarda l’uso di 1,6 milioni in sei anni di risorse pubbliche comunitarie, che potrebbero tornare a Bruxelles.

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