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Protezionismo, energia, acqua: le incognite secondo Zurich

Uno studio curato dal gruppo assicurativo, in collaborazione con l'Atlantic Council, mette in relazione l'andamento delle economie e i cambiamenti della società con l'avverarsi o meno di determinati scenari geopolitici

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Protezionismo, crisi energetica e diminuzione delle risorse idriche: questi tre fattori sono i rischi geopolitici più pericolosi a livello mondiale da qui al 2035. Solo in Italia, a causa dell'affermarsi di politiche protezioniste, in 18 anni il Pil potrebbe ridursi di 480 miliardi di euro, mentre una crisi energetica abbatterebbe la ricchezza del Paese fino a 580 miliardi. Se però si verificasse una minore disponibilità di risorse idriche nel mondo, la produzione agricola italiana aumenterebbe a causa delle minori importazioni.

I dati appena presentati, in sintesi, sono emersi tra i risultati di una ricerca curata dal gruppo Zurich in collaborazione con l'Atlantic Council e pubblicata con il titolo di Il nostro mondo in continua evoluzione: shock e rischi geopolitici, che, come si può facilmente intuire, mette in relazione l'andamento delle economie e i cambiamenti della società con l'avverarsi o meno di determinati scenari geopolitici.  

Lo studio è stato effettuato su 187 Paesi e fornisce previsioni su come si evolveranno le cose, positivamente o negativamente rispetto a uno scenario di base, dando anche alcune indicazioni alle aziende e alle Istituzioni per far fronte ai rischi presentati.  In generale, secondo gli estensori della ricerca, il potenziale impatto dei diversi rischi geopolitici su asset finanziari, materiali, sulla catena di fornitura e sulle risorse umane potrà essere limitato, in particolare per quanto riguarda le aziende, aumentando il grado di resilienza, innovando in campo tecnologico e assicurandosi contro i pericoli maggiori presentati per ciascun scenario.

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