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Le Pmi sottovalutano la business interruption

Aziende italiane ancora poco consapevoli della magnitudo dei danni indiretti, secondo l’Osservatorio Assicurativo di Nsa

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Soltanto l’1,5% delle imprese italiane è assicurato per i danni indiretti, nonostante il 30% di esse abbia già subito in passato un sinistro e sperimentato le conseguenze di un’interruzione di attività. E’ quanto è emerso dall’Osservatorio Assicurativo realizzato dal Gruppo Nsa in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano. Le organizzazioni prese a campione sono per la maggior parte piccole imprese e appartengono a diversi settori di attività: la mancanza di consapevolezza sui danni da business interruption appare diffusa e trasversale, in linea con quanto rilevato da altre indagini nazionali (Ocse). Rispetto ad altri paesi, dove esiste una sinergia tra pubblico e privato e vi è un maggior ricorso all’assicurazione, l’Italia deve ancora compiere diversi passi avanti. Manca una cultura della protezione, una spinta condivisa alla prevenzione e un`assunzione di copertura dei rischi da parte dei privati, con un trasferimento sul mondo assicurativo. Generalmente le imprese italiane ancora sottovalutano i benefici a lungo termine di una polizza assicurativa che tuteli i propri asset economici. Una garanzia sul futuro, da non intendersi come un aspetto marginale ma come una scelta strategica che deve diventare parte integrante del business plan e non essere ricercata solo a posteriori, dopo un sinistro. Con l’obiettivo di sensibilizzare le imprese su questo tema e supportarle nella ricerca di una soluzione, Nsa e l’Università Cattolica stanno sviluppando un nuovo modello di rating che mette in relazione gli aspetti assicurativi con quelli finanziari. 

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