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Truffe: 13 condanne a Brindisi

Falsi incidenti per incassare i risarcimenti delle compagnie assicurative: le pene più severe, due anni e nove mesi di reclusione, per un avvocato e un medico della Asl

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La sentenza è arrivata nella tarda serata di ieri: il Tribunale di Brindisi, in composizione collegiale, ha condannato 13 persone per una serie di falsi incidenti messi in scena per incassare i risarcimenti delle compagnie assicurative. Un solo assolto all’interno del processo, mentre per altri 38 indagati le accuse sono cadute per prescrizione. Le condanne variano da un minimo di un anno e tre mesi a un massimo di due anni e nove mesi: le pene più severe, al momento sospese, sono toccate a Giuseppe Scuteri, avvocato, e Angela Maria Monfregola, medico della Asl di Brindisi, sui quali pendeva un’accusa per atto contrario ai doveri di ufficio.

Il pm Milto Stefano De Nozza ha parlato di una predisposizione “a tavolino” dei falsi incidenti, opera di un nucleo di persone ben organizzate che avevano messo in piedi “un collaudato modus operandi”. In particolare, secondo l’accusa, la dottoressa Monfregola avrebbe “rilasciato certificati medici falsi in quanto relativi a soggetti mai realmente visitati e recanti una data falsa, nonché una durata della malattia aggravata rispetto al reale e non corrispondente alle effettive esigenze mediche, ricevendo in cambio denaro”. Ogni cosa sarebbe avvenuta “su indicazione di Scuteri” e attraverso “l’indispensabile collaborazione del danneggiato”.

I falsi incidenti sarebbero avvenuti fra il 2007 e il 2010. Le indagini sono partite nel 2008, a seguito di una denuncia presentata da Allianz. Troppe le anomalie che la compagnia aveva riscontrato in diversi sinistri: nessun ricorso alle forze dell’ordine, persone danneggiate che denunciavano sempre il colpo di frusta, gli stessi nomi che ricorrevano sinistro dopo sinistro. Al fine di verificare i sospetti, la compagnia aveva fatto inizialmente ricorso a una serie di investigatori privati: una volta accertato che i dubbi erano fondati, la palla è passata alla Procura e ai militari della Guardia di Finanza. La prova della falsità dei sinistri sarebbe arrivata anche grazie alle intercettazioni telefoniche raccolte nel corso dell’indagine.

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