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Assicurazioni & Rock ‘n roll: quando la polizza salva il concerto

Il Guardian sostiene che, in media, un artista paga per la copertura una cifra compresa tra l’1,5 e il 2% di quanto guadagnerà al termine dell'esibizione

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“Voglio una vita spericolata” cantava Vasco Rossi, icona del rock italiano, che, con questo verso interpreta lo spirito delle grandi star internazionali. Questo stile di vita però spesso porta ad annullare un concerto musicale. Uno smacco per tutti: band e fan. Ma anche e soprattutto per gli addetti ai lavori: la macchina organizzativa che sta dietro a eventi musicali, infatti, è imponente e ha costi elevatissimi. Il business dei concerti dal vivo, complice anche il facile e immediato accesso ai contenuti degli artisti sulle innumerevoli piattaforme online (si pensi ad esempio a Youtube), è diventato imprescindibile per cantanti e musicisti. 

Ecco a cosa è dunque dovuta la diffusione di un fenomeno relativamente nuovo in ambito musicale: stipulare un’assicurazione che renda meno rischioso l’investimento economico e consenta di cautelarsi da imprevisti che possono accadere durante il tour. Secondo una stima fatta dal Guardian, in media, un artista paga per una polizza una cifra compresa tra l’1,5 e il 2% di quanto guadagnerà al termine del concerto. Le compagnie non giocano però un ruolo passivo: a molti artisti vengono richieste informazioni preliminari come, a titolo esemplificativo, referto medico sullo stato di salute e eventuali concerti annullati nel corso della carriera. Solo a quel punto viene stabilita la cifra che dovrà essere pagata per l’assicurazione. Insomma, sempre meno cantanti possono permettersi una “vita spericolata” se vogliono assicurare il loro tour.

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