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Generali si arrocca con il 3% di Intesa Sanpaolo

Le contromosse del Leone che si difende dall'assalto della banca

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I primi sussurri di fine 2016 si sono trasformati, in questo 2017, in un turbinio di voci insistenti. Rumors a volte senza un’evidente logica industriale, ma che vedono sempre Generali nel ruolo di preda. Prima nel mirino di Axa e ora di Intesa Sanpaolo (in tandem con Allianz). Di fatti concreti però, oltre al coro di "no comment" dei soggetti interessati, c’è per ora solo che Generali ha acquisito "i diritti di voto su 505 milioni di azioni di Intesa Sanpaolo, pari al 3,01% del capitale sociale, tramite un’operazione di prestito titoli", come ha comunicato una nota del Leone di Trieste. 

Una mossa chiaramente difensiva, fatta per bloccare in partenza un’eventuale scalata da parte di Ca' de Sass: secondo il Testo unico della finanza, in caso di partecipazioni reciproche, chi ha superato per secondo il limite del 3% si vede congelati i propri diritti di voto oltre questa soglia ed è costretto a vendere entro 12 mesi la quota eccedente. A questo punto, se davvero Intesa Sanpaolo volesse prendere il controllo del Leone, dovrebbe lanciare un’opa o un’ops su oltre il 60% del capitale. 
Gli analisti, restano scettici: l’operazione avrebbe l’enorme complessità di integrare due reti completamente diverse. La ragione dell’interesse della banca potrebbe essere quindi politica: con l’arrivo di Intesa, Generali potrebbe mantenere l’italianità.

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