Insurance Trade

L’Rca flessibile

Anche nel 2016 il premio medio per la copertura della Rca presenta il segno meno. In valore assoluto, il costo di un’assicurazione di responsabilità civile (per autovetture, motocicli e ciclomotori a uso privato) si posiziona con una flessibilità media dei premi iniziata già dalla fine del 2012 al 2016 compreso: si è passati da un premio di 456 euro, pagati nel 2012, a uno di 367 di fine 2016, con una riduzione media di circa il 20%.
Per la verità, il tasso di riduzione, nel 2016, mostra un lieve rallentamento. L’ormai consueto abbassamento dei premi è generato di parecchi motivi. Un elemento che si ravvisa immediatamente è la diminuzione dei sinistri mortali e non. Quindi, i costi per le imprese assicurative stanno scendendo gradualmente, lasciando maggiore spazio alla diminuzione della tariffa di responsabilità civile. Le garanzie accessorie, per altro essenziali, incidono invece concretamente sul premio base, ante le tasse.
I contratti Rc auto andrebbero letti attentamente in tutte le loro parti, altrimenti potrebbero, nel tempo, rivelare brutte sorprese. Ci sono situazioni in cui la protezione assicurativa non scatta, oppure scatta solo in parte: sono le cosiddette clausole di rivalsa ed esclusione.

Anche l’abolizione del tacito rinnovo ha giocato a favore del ribasso di prezzo. L’automobilista è più libero, più reattivo e va alla ricerca del minor costo che, purtroppo, sempre più spesso non si coniuga con la qualità del prodotto.
Senza dimenticare la dematerializzazione dei documenti: anche in questo caso la compagnia dovrebbe ottenere qualche risparmio in più. Per coloro che tentano di frodare le imprese diventa più complicato riuscirci.
Segue la concorrenza che, seppur valutata positivamente, si estrinseca solo sul prezzo del premio e non, come già detto, sulle garanzie che permetterebbero di aprire spiragli di maggiore comprensione per l’assicurato, offrendogli un miglior prodotto che, all’atto del verificarsi del sinistro, non generi problemi.
Il monitoraggio premi evidenziato all’inizio dell’articolo (fonte Ania) prende in considerazione polizze rinnovate con la stessa impresa. Vengono esclusi i nuovi contratti assunti che, almeno in parte, si riferiscono ad assicurati che scelgono, all’atto della scadenza contrattuale, un’altra compagnia.

La chiusura media, alla fine del 2016, vale anche per motocicli e ciclomotori. Nella stima sull’effetto complessivo di spesa degli assicurati si è tenuto conto delle imposte (15,6%) e del contributo al Servizio sanitario nazionale (10,5%).
Se si tiene conto che il numero dei contratti assicurativi Rca sono attorno ai 40 milioni (circa due auto per famiglia), e se si applicassero tagli sui premi a tutto il portafoglio nazionale, i risparmi andrebbero a sfiorare il miliardo di euro. L’Istat conferma pienamente le rilevazioni dell’Ania.

La volontà di diminuire i costi è chiara, ma non basta. Va dato ordine anche al sistema che a volte appare caotico, poco chiaro e scarsamente corretto.
Bisognerebbe tenere presente anche il pensiero degli utenti che si confrontano con il mercato e che scelgono la medesima compagnia, ma in forma telematica: la differenza di premio, a parità di tariffa, diminuisce se si esclude nell’acquisto il proprio consulente.
Temo, personalmente, sia un concetto incomprensibile per il cliente, la cui differenza, non di rado, la intuisce solo in fase di liquidazione dell’ipotetico sinistro.

Ultima riflessione.
Da qualche tempo le compagnie hanno iniziato a raccogliere dati tramite strumenti satellitari installati sulle auto degli assicurati (che garantiscono un ulteriore sconto): da queste informazioni si capiscono le abitudini, il modo di guida dei conducenti. L’installazione di questi apparecchi dalla tecnica sofisticata va a  esaminare i vari stili di guida, l’atteggiamento in generale di chi sta al volante, al fine di poter verificare i limiti e per migliorare la sinistrosità. Mah… resta il ragionevole dubbio sulla correttezza di questo nuovo approccio... privacy permettendo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

👥

I più visti